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Territorio: genius loci

II° VINCOLO COLLINA - D.M. 07.03.1966
(Gazzetta Ufficiale n. 104 del 30.04.1966)

Decreto ministeriale 07.03.1966:"Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona sita nel Comune di Verona":
"Riconosciuto che la zona dei predetti colli ha notevole interesse pubblico perché costituita dalle tre vallate della Valpantena, di Avesa e di Quinzano, oltre diversi altri promontori ed avvallamenti, presenta tutte le caratteristiche tipiche, geologiche e naturali del territorio Veronese, come folti boschi di olivi centenari che punteggiano il panorama con forti macchie di colore, colture di viti dai tipici terrazzamenti, cave di tufo e di pietra con i loro altissimi antri dai meravigliosi giochi di luce e di ombre e unitamente a ciò, in mirabile fusione e armonia, esistono in detta zona interessanti complessi formati da meravigliose ville padronali costrituite dal secolo XVI al XIX con attorno i rustici e le abitazioni dei contadini, il tutto circondato da verdi parchi ricchi di essenze pregiate, vialetti ombrosi, statue e fontane costituenti scenografia di rara bellezza".

Si è fatto cenno ai segni lasciati dalla Natura e dall’uomo quando era in comunione con essa. Si può usare la definizione di iconema quale trait d’union tra l’esigenza di tutela/rivitalizzazione e quella di rappresentazione dei luoghi. Così i percorsi potranno essere ideati avendo come punti di stella gli iconemi del territorio collinare veronese. 

E. Turri descrive bene tale concetto in "Il paesaggio come teatro", (ed Marsilio): "Nel suo operare la percezione coglie prioritariamente certe immagini, le fissa, le memorizza, ne fa delle immagini portanti dell' intera visione. Queste immagini di cui si compone il paesaggio sono gli iconemi".

In altre parole, l’iconema, o meglio un insieme di iconemi, rappresenta l’impronta di un territorio, i caratteri distintivi del paesaggio, cioè i tratti salienti di quello che si chiama ‘genius loci’. Il citato aumento della velocità pro capite ha avuto come effetto la spersonalizzazione dal territorio (atopia, nel senso di Turri): abitare in un luogo o in un altro è indifferente. Dato che a priori non lo si conosce più.

Viene di seguito fornita una lista generale, ovviamente non esaustiva ma esemplificativa, dei possibili iconemi del territorio collinare veronese che verrà particolareggiata per ogni settore con cui verrà suddiviso il territorio definito sopra. E’ chiaro che l’iconema dà una definizione statica del paesaggio. Noi allargheremo il concetto di iconema introducendone una componente dinamica, che varia cioè nel tempo. Così una gita nel Vajo Galina avrà diverse valenze a seconda della stagione in cui verrà fatta. Valenze olfattive: l’alliaria in aprile nel percorso natura del WWF, oppure l’artemisia canforata in estate (sui prati aridi di tutta la collina), il perduto “ambrogano” della tradizione veronese. Pure valenze uditive: il tordo bottaccio sulle punte degli alberi a marzo o il rigogolo nei boschi in primavera-estate.

Saranno pertanto i sensi di chi fa il percorso a riscoprire il paesaggio visivo, sonoro e olfattivo.
Nel seguito viene fornita una lista del tutto generale di iconemi che poi verrà particolareggiata per ogni zona con cui verrà suddivisa la collina veronese.

* Iconemi ambientali: forme di vaj, valli, radure, rilievi, dorsali, progni, cascate;
* iconemi “antropici”: sentieri, mulattiere, muretti a secco, contrade, fontane, lavatoi, capitelli, croci, chiese, pievi, pitture murali, ville, costruzioni particolari; viste, angoli visivi;
* iconemi naturali: alberi, alberi secolari, fiori e associazioni floristiche, biotopi particolari …

Iconemi: la lista

In base alla suddivisione del territorio della collina veronese presentata in precedenza , viene fornita la lista di possibili iconemi, zona per zona. Come si può intuire, essendo dipendente dalla percezione visiva (ma non solo, come detto in precedenza), l’iconema è concetto in qualche modo soggettivo. Come riferimento per l’elenco, ovviamente non esaustivo, ma indicativo delle proprietà del territorio da mappare, vengono considerate principalmente le pubblicazioni del CTG (vedi bibliografia).

 

1. Lago di Garda, nord: Anfiteatro morenico di Rivoli e formazioni geologiche legate alle glaciazioni, Monti la Mesa, Montindone, Pipalo, La Rocca (Garda e Rivoli), Monti Brè, Luppia, Gaium, Punta San Vigilio, Campo, Pai, Torri, Albisano, Marciaga, Castion, Garda, Bardolino, Chiesa di San Michele, Villa Poggi, Cedri, Taxodi, Thuie, Calocedri, Noce , Pioppo bianco di Villa Poggi, Platano dei Cento Bersaglieri, Forti austriaci e italiani, Eremo Camaldolese, Chiesetta del Soccorso, San Severo, Convento San Colombano …

2. Lago di Garda sud, Laghetto del Frassino, Borghetto sul Mincio, Custoza, Valeggio, Castello Valeggio, Ponte Visconteo, Giardino Sigurtà, Madonna Del Frassino, Madonna del Monte, Pieve di Santa Giustina, Pieve di Sant’Andrea …

3. Chiusa di Ceraino, Monte Solane, Sant’Ambrogio: Montindon, Vajo di Monte, Vajo di Caranzano, Monte, San Giorgio Ingannapoltron, aspetti naturalistici del Monte Pastello, cipressi a Volargne, fioriture di orchidee del Monte Solane …

4. Fumane…(: b) Marano: Contrade:Mazzarino di Sopra, Marezzane , San Rocco, Tonei, Colombare, Girotto, Cà di Loi, Castelrotto, fioriture di ciliegeti, maggiociondoli, vigneti, il Pero Misso del Girotto, el roaron, la Roara di Ravazzol, cavità carsiche e grotte nella zona del rio Baiaghe (covoli di Marano), versante occidentale della Masua, Monte Castelon a San Rocco, Monte La Mare, Villa Lorenzi Benati, Villa Porta Rizzini, Villa Graziani, Villa Guantieri (Fasanara), Villa Soardi, Villa Raisa Rimini, Villa Segala, Villa Silvestri, Villa della Torre, Villa Ravignani, Capitelli a Valgatara, Gazzo, Carazzole, Purano, Pezza, Monte Urbano, Santuario di Santa Maria di Valverde, San Marco al Pozzo, Chiesetta di Badin, Pieve di San Floriano, pitture murali, avifauna e orchidee di Marezzane, muretti a secco a spina di pesce ad Agnella …

5. Sengia Sbusa, Monte del Sarte, Monte Comun, Maso, Masetto, Tramanal, QCapitello di Fiamene, pitture murali a Faldere, Prael, Colombara di Castello, Giassara di Perarol …

6. Vajo Galina e Vajo Borago, i calcari e le formazioni fluviali , dorsali Monte Ongarine e Torricelle, Valdonega, grotte e ripari presitorici, oasi del WWF, Villa Guardini, Villa Scopoli, San Rocco, San Rocchetto, La Camaldola, fioriture di orchidee e avifauna in Vajo Galina, le “lasagne” …

7. Vajo Squaranto (Pissarotta), Laghetti di Montorio, Ex Forte Castelletto, Dorsale Musella Montalto Pian di Castagnè Caiò, Mizzole, Pigozzo , La Costa, Trezzolano, Cancello, Piloton, Roccolo di Delo, Cipresso Colombo, Perlar di Trezzolano, Villa Montenigo, San Faustino, Villa Cartolari …

8. Dorsali da Monte Marseghina a Romagnano, dorsale fino ad Alcenago, Fiamene,Nesente, Novaglie, Gualiva, Lotrago, Baiocco, Casale, Santa Maria in Stelle, Sezano, Erbino, Orsara, Sengie, ipogeo di Santa Maria in Stelle, convento di Sezano, Villa Arvedi, Villa Medici, Villa Ruffioni, Capitello Alcenago, Capitello Orè, Croce di Nogare, torre e grotta del Falasco …

9. Vajo di Mezzane, Marcellise, San Briccio, Sul Vago, Moruri, Duello, Valle, San Giacomo …

10. Dorsale da Colognola Monte Garzon e Monte Precastiolo, dorsale da Monte Curto a Croce di Guala, Centro, Villa Pompei (Illasi), Castelli di Tregago e Illasi, Roara di Tregnago, Pieve di Santa Maria, San Felice, L’Abbazia di Calavena, “Valle Picta” …

11. Gli affioramenti basaltici, Tre punte di Prealta, Campiano, Caltrano, Antane Cattazzi Finetti, Ciliegieti, lavatoi, fontane di Antane, Caltrano, Cattazzi, Castello di Soave, San Pietro in Briano …

 

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Paesaggi ricchi di storia e di interesse naturalistico si accompagnano ad una proposta enogastronomica e di accoglienza di primissima qualità.


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